domenica 20 novembre 2011

DALLE STALLE ................ALLA STELLA...........MINISTRO........... DELLA PUBBLICA DIS...ISTRUZIONE

 

L'ENNESIMA  BOIATA

 DAI  RISULTATI UNIVERSITARI A

 MINISTRO

 "SENZA MERITOCRAZIA"

 A PARENTOPOLI



La ex ministra Maria Stella Gelmini, dopo avere recitato per lungotempo il canovaccio impostole dalla ragione ministeriale, fa quasi tenerezza 
Agli attacchi a lei mossi da più parti, nel corso di partecipazioni a trasmissioni televisive, si è, sempre, trincerata con risposte sui tagli necessari senza approfondimenti di sostanza, che, in ogni caso non poteva conoscere per totale assenza di esperienza e di completa immaturità culturale. La riforma dell'Istruzione in genere e della modernizzazione dell'Università in Italia hanno radici profonde nella cultura millenaria del nostro Paese. Quanto propinatoci   invece, dalla ministra Gelmini, passandola per riforma,  sembra piuttosto un semplice compito in classe scaturito, peraltro,  da aridi pseudo ragionieri del ministero, piuttosto che da studiosi della Scuola con competenze specifiche e addottorati sulle esigenze di una scuola moderna, perchè non si abbia ad accontentarsi di un ministero della Pubblica dis.....Istruzione.
 Si accorgerà, con il crescere dei propri figli, dei danni causati, ma forse dovrebbe studiare di più a titolo personale.
Soprattutto dovrebbe imparare a non pontificare di eticità. Migliaia di insegnanti danno la vita e si pongono quotidianamente a disposizione di milioni di ragazzi i quali necessitano di esempi di tutt'altra natura etica e morale, di meritocrazia che non riscontro nel trascorso di quasta signora, posizionata a svolgere un compito molto arduo, in assenza di capacità a condurlo. Non ci si pone, con arroganza, al di sopra di chi ha, effettivamente, la "stoffa" per essere degno di appartenere al mondo della SCUOLA,  IN ASSENZA DI   COMPETENZE  PRECIPUE E SENSO DI APPARTENENZA ALLA CULTURA UMANITARIA, SCIENTIFICA E SOCIALE DELL'ISTRUZIONE.
 E', QUESTO, UN PRIVILEGIO DI POCHI CHE DEVE ESSERE CONQUISTATO NEL MONDO DELLA CULTURA A COMINCIARE DALL'UNIVERSITA'  E NON SCATURIRE  DA ESIGENZE OCCASIONALI......DI PARTITO. 
Mi indigna molto, infine,  vedere disattesi i buoni proponimenti, abbondantemente pontificati dall'ex ministra in tema  di moralità, quando leggo dal Corriere della sera: 
           "L'ultimo regalo del ministro Mariastella Gelmini".
E' il titolo di un articolo di Gian Antonio Stella in cui racconta di un tradimento. Quello dell'ex Ministro dell'Istruzione - il cui tradito risulta essere il "MERITO".
 MERITO tanto difeso nel corso del suo mandato - valevole solo per gli altri - ma, ulteriormente  disatteso con la nomina nel Cnr ( consiglio Nazionale delle Ricerche ) di Gennaro Ferrara, 74 anni, avezzo, come dice Stella, ad essere "collezionista di poltrone di ogni genere ma soprattutto per 23 anni di rettore di quella che, probabilmente, è l'università più nepotista d'Italia".
E, come racconta  Nino Luca in:

PARENTOPOLI - QUANDO L'UNIVERSITA' E' UN AFFARE DI FAMIGLIA

 "l'esimio Professore,  aveva sistemato, nella napoletana Parthenope " la seconda moglie, il di lei fratello, una figlia e i mariti delle due figlie".


ECCO,
CIASCUNO TRAGGA LE PROPRIE    DEDUZIONI

MI VIENE DI TROVARE APPROPRIATA LA FILOSOFIA ISPIRATRICE DEL
FAI COME DICO
NON FARE COME FACCIO

E.........LA MORALE?














 

 

 

 

 

 

 




 

 



 

 

ANCORA VERGOGNA..............PER CHI NE HA .............SIC !!!!!!!!......

              
                            GLI SCIACALLI DELLA CASTA



CONCORDO CHE SIA

DOVEROSO DARNE DIFFUSIONE!!

Il giorno 21 settembre 2010 il deputato Antonio Borghesi dell’Italia dei valori ha proposto l’abolizione del vitalizio ai parlamentari dopo solo 5 anni di legislatura. Egli giudicava “iniquo” questo trattamento rispetto a quanto previsto per i restanti lavoratori che devono versare contributi per 40 anni perché possano maturare il diritto per beneficiare di meritata pensione.

Ecco gli esiti della votazione:

  •    Presenti                      525
  •    Votanti                                        520
  •    Astenuti                                          5
  •    Maggioranza                              261 
  •    Hanno votato   SI                         22
  •    Hanno votano  NO                     498


I 22 SONO

BARBATO, BORGHESI, CAMBURSANO, DI GIUSEPPE, DI PIETRO, DI STANISLAO, DONADI, EVANGELISTI, FAVIA, FORMISANO, ANIELLO, MESSINA, MONAI, MURA, PALADINI, PALAGIANO, PALOMBA, PIFFARI, PORCINO, RAZZI, ROTA, SCILIPOTI, ZAZZERA

         Di seguito un estratto del discorso presentato alla
                                                 Camera

“Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l’idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant’anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C’è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità.
Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è 
che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all’ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l’INPS ha creato con gestione a tassazione separata.
Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell’arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati.
Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti quesiti e che, con una semplice delibera dell’Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato,che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l’anno”.

.........SIC...........!!!!!!!!!

 
Di quanto sopra nessun cenno dai media in genere:

stampa, radio, telegiornali.

Impegniamoci tutti a divulgare lo scempio degli


SCIACALLI  DELLA CASTA