PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI RAFFAELE D'ORAZI
Carissimi amici tutti
è di qualche tempo la presentazione del libro di cui sopra, avvenuta a Bagnoregio-Viterbo, patrocinata dal Sindaco Francesco Bigiotti, fortemente sostenuta dall'Associazione Benemerita del CONI
FAIR PLAY.
All'Evento hanno partecipato, peraltro intervenendo
l'Assessore alla Cultura Giuseppina Centoscudi,
la Professoressa Silvia Somigli, che ha curato la prefazione al libro di Raffaele,
il Presidente del Circolo Anziani Tommaso Bernardini
il Delegato Provinciale dell'Associazione Benemerita del CONI
Michelangelo Mantovano.
Conduttore e moderatore dell'evento il noto e valente giornalista Giuseppe Rescifina
Conduttore e moderatore dell'evento il noto e valente giornalista Giuseppe Rescifina
Avrei voluto parteciparvi questo evento culturale importante da tempo ma contingenze di logistica operativa hanno causato il ritardo del quale mi scuso.
Il fumo del quartiere a luci rosse, titolo del romanzo, è assolutamente provocatorio e, come asserisce la Professoressa Somigli, consente all'autore di approfondire una serie di tematiche che attengono alla politica, alla morale (spesso fumosa) per affrontare situazioni di trasgressione a giustificazione della solitudine della nostra spiritualità, che si esalta nel trionfo del perdono.
Non entro nel merito del contesto del romanzo, le tematiche saranno approfondite dall'autore e, in attesa del suo intervento, vi propongo il pensiero di Tommaso Bernardini ed a seguire, la testimonianza del Delegato Provinciale Fair Play Michelangelo Mantovano, grande amico di Raffaele d'Orazi.
Intervento di Tommaso Bernardini
alla presentazione del libro di Raffaele D’orazi, a Bagnoregio
IL FUMO DEL QUARTIERE A LUCI ROSSE
Ho accolto con piacere, ma anche
con una certa trepidazione, l’invito rivoltomi dall’amico di intervenire alla
presentazione del suo libro. Con piacere
perché conosco da lunga data Raffaele ed ho sempre apprezzato la sua serietà e
responsabilità in quello che fa e poi perché mi legava particolarmente l’amicizia sia sua che di suo
fratello Renzo che stimavo molto . Inoltre con loro ho condiviso, in tempi ormai lontani,
la comune appartenenza all’Azione Cattolica, in quanto alla fine degli anni
sessanta Bagnoregio era ancora diocesi e Vitorchiano era una delle parrocchie nella quale c’era un consistente gruppo di
giovani GIAC GIEF e con continui erano i
rapporti con la presidenza diocesana di cui facevo parte. Renzo e Raffaele erano gli animatori dei giovani.
Ricordo in particolare un campo estivo a Sesto in val Pusteria dove Renzo sui distingueva per vivacità creativa, tanto
che una sera organizzò uno spettacolo teatrale riguardante tra l’altro un finto
matrimonio e vedi caso scelse come sposi tra i giovani il sottoscritto e quella
che sarebbe poi con il tempo diventata mia
moglie Sandra. Lui faceva il sacerdote Celebrante, la cerimonia poi era
allietata da un altro ragazzo di Vitorchiano Fiorello che sapeva suonare la
Chitarra. Fu un successo. Forse, allora,
inconsciamente, tuo fratello, seppur la nostra storia è stata molto diversa, fu
per noi L’Ermanno del romanzo, come
vedremo .
Dicevo che ho avuto anche una certa trepidazione in quanto non è facile presentare
un’ opera letteraria perché l’autore in essa
ha profuso emozioni, idee, esperienze, sensibilità e fantasie per cui
spetterebbe a lui comunicare e
presentare la sua opera e poiché di questo Raffaelle é consapevole la sua
presenza mi conforta, anzi ci conforta
in quanto sarà poi, lui stesso a meglio indicare la chiave di lettura del
testo. Tuttavia ha senso anche che a presentare un libro sia una persona
diversa dall’autore in quanto il testo è scritto per essere letto non solo dall’autore
ma soprattutto dagli altri. Manzoni diceva che si sarebbe contentato se il suo
romanzo fosse stato letto da 25 persone. Mi auguro, ti auguro che i lettori del
tuo testo , caro Raffaele, senza presunzione,
possano superare il numero indicato dal Manzoni e di questo ne sono
certo. Perché merita veramente .
Conoscevo la vena poetica di Raffaelle avendo
avuto tra le mani un piccolo libro di sue poesie in cui avevo apprezzato la sensibilità, la
capacità di trasmettere sensazioni ed immagini e di far volare la fantasia
nonché una non comune profondità di riflessione sulla quotidianità del vivere.
Ho letto pertanto attentamente il libro,
dal titolo un po’ direi sfizioso “il fumo del quartiere a luci rosse”. Il lettore
chissà che cosa può attendersi dal un libro del genere che in qualche modo
può stuzzicare una certa curiosità. E questo è vero ha stuzzicato
anche la mia curiosità. Tuttavia quando ho incominciato a sfogliare le pagine
ho subito compreso che il testo aveva uno spessore ed un messaggio, anzi
diversi messaggi, molto interessanti ed attuali sul modo di intendere oggi la
vita sociale, politica ,affettiva, di relazioni e di coppia, in sostanza
entrava nel cuore dell’anima dell’uomo moderno, cioè di
ognuno di noi. Indubbiamente il testo nella persona di Ermanno, il protagonista, evidenzia l’esperienza anche personale
dell’autore da sempre impegnato nel sociale e nella politica di cui con lucidità e chiarezza ne evidenza
le distorsioni ed anche il disgusto di come essa è condotta da personaggi più o
meno noti – vedi le dieci regole della mala politica pag 28 – Per cui traspare la disaffezione alla stessa
da parte di molti che in essa un tempo avevano creduto. Raffaelle
a proposito cita Leo longanesi
quando afferma coloro che cercavano
la rivoluzione hanno trovato l’agiatezza anzi in attesa della rivoluzione vivono
di rendita. Poiché I problemi sociali non si risolvono mai.
invecchiano passano di moda e si dimenticano Tuttavia anche in questa
visione non edificante della politica emerge attraverso citazioni bibliche e
testi tratti dall’insegnamento della Chiesa un desiderio di purificazione, di
onestà e di giustizia e di impegno a cui
ognuno di noi aspira e vuole ancora credere
che ci possa essere che chi ci
governa a tutti i livelli abbia veramente a cuore il bene comune specie dei più
deboli .In questo l’autore è confortato
da Leone XIII che nella Rerum Novarum dice -Ciascuno
faccia la parte che gli spetta e non indugi perché il ritardo potrebbe rendere
più difficile la cura di un male già tanto grave.
Questo
desiderio e speranza di onestà, di responsabilità, di rettitudine morale ed una
visione di un mondo di rapporti basati sulla fiducia, sul rispetto della persona capace di
saper perdonare e scoprire autenticità di relazioni vere in cui la parola amicizia
ed amore hanno un valore immenso che illuminano la vita di ognuno è
costantemente presente nel romanzo. Anzi
è l’anima del Romanzo. Si può dire che Ermanno il giornalista protagonista sia
l’incarnazione concreta di questi principi. Egli lavora e vive a Roma ma l’origine l’ha nella provincia Viterbese e conosce la
bellezza dei tanti tesori propri di questa terra dalla storia ai paesaggi
incantevoli dei laghi, del mare e della natura. Proprio forse da questa sua
origine in questa terra semplice e sotto certi aspetti ancora ricca di valori e
di tradizione è maturata la sua personalità. Una personalità nutrita
profondamente da valori cristiani, e ne sono testimonianza viva nel romanzo i
continui passi evangelici che di tanto in tanto, cita anche attraverso
i foglietti liturgici della domenica che
ha
sempre con se. Questi avvalorano i suoi
ragionamenti e le sue riflessioni morali e di vita specie quando parla di amore, di solidarietà,
di amicizia, di perdono con quanti
pensano di non aver più né la voglia né
il desiderio di cambiare vita in seguito a situazioni complesse derivate da profonda sofferenza e disagio come avviene
in Cristof ed Elena, la coppia profondamente in crisi che Ermanno s’e
ripromesso di far riconciliare. Ciò
avviene in modo a dir poco surreale ed assurdo, proprio nel frequentare il quartiere
a luci rosse di Amsterdam. Nel leggere il romanzo mi veniva in mente il viaggio
che Dante Alighieri fa nei regni dell’oltretomba per purificare la sua anima e
ritornare alla contemplazione di Dio. Dante scende nei terribili meandri dell’inferno
dove si rende conto di quanto la degradazione del male può ridurre l’uomo quando
perde il ben dell’intelletto. Interessante
e resa visiva è la descrizione che
Raffaele fa dei diversi luoghi di divertimento di Amsterdam, sembra proprio che ognuno di essi sia uno dei gironi
danteschi dove, attraverso una musica
assordante, un innumerevole e caotico groviglio di persone in ambienti pieni di
fumo in cui scorrono fiumi di birra ed
altri alcolici con un disinvolto consumo di sostanze stupefacenti e procaci
cameriere, i frequentatori possono perdere con facilità qualunque freno
inibitorio e somigliano veramente alle
figure dantesche. Uscendo da un locale
di divertimento all’altro giungono nella via delle donne in vetrina dove
avvenenti ragazze offrono il proprio
corpo ad ogni tipo di avventuriero. Il che porta Ermanno ad una serie di
riflessioni proprio sulla mercificazione assurda che viene fatta del corpo
umano ma soprattutto sottolinea con lucidità l’inconsistenza umana ed
intellettuale di uomini frustrati che
sono alla ricerca inumana di strappare a
pagamento un fallace momento di piacere staccato da ogni dimensione di sentimento.
Ma qui, tuttavia avviene, possiamo dire,
la redenzione. Ermanno che è li non per sesso ma per un servizio
giornalistico sa essere cosi delicato e sa scendere così in profondità nei
meandri del cuore e dei sentimenti delle persone che lascio a voi capire come
va a finire .Belle e profonde sono pertanto
le considerazioni e le riflessioni psicologiche che Ermanno continuamente
trasmette ai due personaggi portandoli pian piano a riconsiderare gli errori
commessi ed a trasformare le colpe in altrettanti motivi di reciproco perdono
così da ritrovare una autenticità di emozioni e sentimenti tanto profondi mai prima provati. In effetti possiamo
dire proprio, come dice il Vangelo, che colui
che sa veramente amare é quello al quale è stato tanto perdonato .
Il romanzo è reso accattivante
oltre che dalla trama, da una prosa lineare,
semplice e chiara. Il lettore rimane affascinato dalla grande capacità di
Raffaelle di saper condurre per mano il
lettore nelle vie e negli ambienti tipici di Amsterdam e di Roma ma soprattutto
dalla sensibilità e profondità che evidenzia nel descrivere emozioni, stati d’animo e
sentimenti con una intensità espressiva fuori
dal comune, tanto che la lettura del
testo appassiona in modo tale da leggerlo
tutto di un fiato senza alcuna stanchezza. Interessante poi sono gli artifici,
direi tecnici, che Raffaelle usa come mettere alla fine di ogni capitolo dei versi
in poesia molto significativi, profondi e delicati che esprimo concetti e
sensazioni attinenti l’argomento trattato ed inoltre in ogni capitolo è messa una
bellissima foto di ragazze, amiche di Raffaelle, che, oltre che mettere in
risalto la bellezza fisica, credo che
vogliano emanare quel fascino tutto particolare della donna che, come si suol dire, l’eterno femminino, esercita da sempre sulla storia umana. Alla fine il testo offe un ampia spiegazioni dei
diversi termini e personaggi citati nei vari capitoli che meglio fanno comprendere
il senso della narrazione.
Il Romanzo è di una attualità
sorprendente non solo perché inquadra in modo chiaro e sintetico la situazione
sociale e politica del nostro paese, evidenziando tra le righe responsabilità
dirette di uomini politici senza morale
ad ogni livello e degli stessi sindacati, che difendono e pensano solo a se
stessi, ma anche mette in evidenza la complessità dei difficili rapporti umani, delle relazioni
interpersonali sia a livello di amicizia che di coppia, in cui l’egoismo sembra
prevalere sul dialogo e l’attenzione e
la comprensione reciproca.
Il protagonista, tuttavia, con il
suo comportamento ed suoi ragionamenti derivanti da una profonda cultura cristiana e da un ricco bagaglio intellettuale testimoniato da
numerose citazione di pensatori e
filosofi antichi e moderni, fa emergere una luce nuova e cioè che nonostante il
male il bene trionfa. E’ possibile cioè un
mondo migliore, è possibile far trionfare
l’amicizia ed il rispetto della persona fondamento
essenziale per un rapporto autentico. L’amicizia disinteressata, la stima delle persone, come emerge dal comportamento di Ermanno, è capace di superare ogni ostacolo
anche quello di far riconciliare ciò che sembrava non riconciliabile
Il messaggio, pertanto del romanzo è altamente
positivo in quanto come dice l’autore
citando Virgilio Omnia vincit amor- L’amore vince tutto. Veramente oggi
nella nostra società, nei rapporti tra noi , nelle nostre famiglie, nei nostri
paesi nella nostra Italia c’è bisogno di autentico amore fatto si solidarietà,
di stima e di perdono reciproco per costruire
veramente un migliore assetto sia sociale che economico ma soprattutto
morale affinché ognuno il ruolo che
ricopre nella società, grande o piccolo che sia, lo svolga come servizio
disinteressato in vista esclusivamente
del bene comune.
Grazie Raffaele
Testimonianza di Michelangelo Mantovano
Buona sera a tutti.
Sono Michelangelo Mantovano e, come
specificato nella locandina, Delegato Provinciale FAIR PLAY
Associazione
Benemerita del CONI.
Viene spontaneo chiedersi quali siano le
motivazioni che creano il legame tra Fair Play,
rappresentato dal sottoscritto e Raffaele d’Orazi, Poeta e Scrittore.
Ho inteso testimoniare a
Raffaele la mia amicizia e lo ringrazio
per avermi voluto onorare con questo
invito, per dare un mio modesto contributo all' evento.
Colgo l’occasione per dargli atto che le riflessioni
sulle etiche in genere e di genere
del Romanzo trovano piena corrispondenza con i principi che ispirano la filosofia del FAIR PLAY e
ne condividono comportamenti di reciprocità dello sport come della vita.
Sento,infine, il dovere di sottolineare
la sensibilità di Raffaele per il mondo dello Sport.
FAIR PLAY DELLA VITA IN SIMBIOSI CON LO SPORT, NEL RISPETTO
DELLE REGOLE
Nella dialettica del libro infatti, Egli
dedica un pensiero particolare a Mauro
Cratassa di Vitorchiano, Campione
Mondiale di Ciclismo Paralimpico
che corre in
hand- bike, ( si pedala con le braccia ).
E mi piace evidenziare, come sarà
detto più avanti ), che una parte degli utili, derivanti dalla vendita del libro
saranno devoluti in beneficienza, per potenziare lo sport a cui Mauro Cratassa
si dedica con grande impegno come testimoniano i risultati ottenuti.
E,
nel contesto delle dialettiche di cui al romanzo, come evidenziato dalla
Dottoressa Silvia Somigli nella prefazione al libro, si elabora la pedagogia della Solidarietà, uno dei temi essenziali professati dal decalogo del Fair Play.
Una filosofia di vita nella pratica
quotidiana di altrettanti stili di vita determinanti per l’esercizio della
cultura della stima reciproca e del rispetto delle regole.
Non entro nel merito del contesto del
romanzo, ma mi piace dare contezza che il percorso del protagonista, Ermanno, si svolge pienamente nell’ottica della filosofia Fair Play, e si allinea ad un messaggio di pace, tanto da
indicare nel "perdono" un volano per
dare efficienza alla qualità della vita.
A presidio della metamorfosi di
questo viaggio, un MOAI
garantisce il senso del PERDONO, giusto
viatico ad un nuovo viaggio per una NUOVA
SPERANZA, ed Ermanno, nel rincorrerla
dice, citando un’espressione di Jean Monnet, - uno dei padri fondatori
dell’Europa:
Grazie e Buona serata
Nessun commento:
Posta un commento