IL LAGO LA VITA
IL SUO POETA
Quando ci si accinge a dialogare del Lago di Bolsena affiorano, immediatamente, alla mente ideali linee batimetriche che ci danno il senso della sua forma ellittica. Poi, i contorni geografici si delineano in modo più netto e, nelle sue acque limpide, è possibile collocare i suoi due gioielli naturali: l’ Isola Bisentina, una volta conosciuta come "Isola delle Rose" e l’Isola Martana, con la sua forma caratteristica di cratere spezzato.
Numerose specie di pesci costituiscono la ricchezza del lago e consentono ai pescatori locali, di trarre sostentamento dall’esercizio della pesca percorrendo le sue acque, fin dall’epoca etrusca, con le caratteristiche barche a punta azionate a remi e di forma triangolare.
Nelle trattorie locali, nate dalla trasformazione delle vecchie baracche dei pescatori si possono gustare piatti a base di pesce di lago, mentre intorno ad esse non è raro trovare le reti rimesse e vecchi barconi costruiti a mano.
Una di queste costruzioni, a Montefiascone lago, era il rifugio prediletto di Franco Monanni, pescatore, ma anche un poeta che, spesso, al verificarsi delle sesse, allorchè il lago renfia, cioè cala e cresce, forse trovava ispirazione per comporre le sue poesie.
Franco non e’ piu’ fra noi, ma di lui, che ho conosciuto personalmente, resta il ricordo del personaggio: ameno, pulito, vecchio pescatore incantato dalla natura ed innamorato della sua professione a cui dedica una delle sue poesie, appunto intitolata – IL PESCATORE - .
In essa è il canto di tutti i pescatori di cui Franco è interprete, mentre nelle altre dedica la sua considerazione ai sentimenti familiari, alla nostalgia, alla religiosità, all’amore, alla sua Montefiascone, alla vita dei poveri, ai ricordi d’infanzia, ai morti che, come dice Franco sorridono dai ritratti, ai sogni, alla pace, ai duri sacrifici della vita.
Dalle sue poesie, mai ardite nè costruite con pomposità, ma corrette, semplici e dirette, traspare una ineluttabilità immanente in cui in un’unica vicenda sono, spesso, legati uomini e cose nel concetto di fratellanza, umanità, ineluttabilità del verificarsi degli eventi, mutuati da grande sensibilità e bontà.
Il dolore, nelle sue poesie, non è mai devastante, sembra acquistare, invece, una indiscutibile cittadinanza della vita in contrappunto al male che, seppure ineluttabile calamità a cui spesso gli uomini soggiacciono, è determinato solo dalla loro condotta.
Ecco, ho voluto dedicare queste poche righe ad un uomo semplice ma di grande sensibilità in cui religiosità, superstizione e pragmaticità concretizzano il senso dinastico della famiglia. Ciao, Franco.
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